sabato 4 luglio 2015

Sentire, ascoltare /143

"Quale preciso significato ha questo regresso del pelo, contemporaneo al progresso della civiltà? Per assai tempo i costumi della «civiltà barbarica» imperarono in tutta Europa e fino da noi, cioè a dire nella sede stessa della civiltà «civile». Anche presso di noi la barba passava per un attributo di dignità, la faccia glabra era prerogativa dei camerieri, l'uomo con barba rappresentava il tipo del bell'uomo, dell'uomo forte. Poi, a poco a poco, la razionale civiltà latina cominciò a riconquistare i suoi diritti e,fatto notabile, la barba cominciò a morire quando il razionalismo cominciava a nascere. Il passaggio dalla barba come elemento protettivo alla barba come puro ornamento. e quindi alla faccia rasata, si ripete nell'evoluzione dell'architettura. Anche l'architettura cominciò con l'essere coperta e barbuta per necessità di difesa: palazzi che erano assieme fortezze. Poi questa necessità venne a mancare, ma l'architettura continuò a essere «barbuta» per ornamento: dal barocco al rococò. Ci si accorse infine che la barba dell'architettura era inutile e si arrivò all'architettura «rasata». Lo stesso avvenne nell'arredamento. dal salotto pieno di puf, tendaggi, cortine, brise-bises, canapè con falpalà e baldacchino, paralumi con la fustanella, ninnoli e chineserie, si passò al salotto attuale ove tutto risponde (o dovrebbe rispondere: il razionalismo degenera in estetismo - ma questo è un altro discorso) a ragioni di comodità e di logica. Si noti che il salotto «barbuto» era la ripetizione domestica del fasto e del sovrabbondante tanto caro alle civiltà barbariche, e non per nulla in quel salotto dominava l'orientalismo. Ora questo passaggio dell'architettura «barbuta» all'architettura «rasata», che altro è se non il passaggio dalla civiltà barbarica alla civiltà latina?".¹


¹ Il testo è contenuto in nota al seguente paragrafo di Ascolto il tuo cuore, città, Alberto Savinio, 1944. "Riconosco l'Ariosto dal ritratto che gli fece Tiziano pieno di barba e di capelli, fratello maggiore di quegli bei uomini tipo Chinina Migone che io feci in tempo a conoscere da bambino".

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