martedì 28 ottobre 2014

Aforismi, neologismi e bestialità /45

Immagino un romanzo di neo resistenza di uomini e no, in una Milano di moda e design quasi liberata, in cui le cose del mondo si muovono - anziché per affinità di pensiero - per concordanza di stile, di foggia, di tendenza; una narrazione di immagini ed estetiche, di abiti e accessori, di attrazioni visive e repulsioni urbane; una storia in cui giovani di classe media arruolatisi nelle milizie dell'Isis si nascondono nelle case di corte e di ringhiera del quartiere Isola, tra le lunghe barbe degli hipster, dietro i banconi dei caffè sospesi, tra la folla dei vernissage; un racconto in cui squadroni di lupetti boy scout marciano, divisa per divisa, a braccetto con city angels e ronde padane; immagino rastrellamenti a tappeto in sale hub e coworking, pire di libri, font e barattoli pantone: una narrazione di outfit e prêt-à-porter in cui ragazzi con le creste alla El Shaarawy si incontrano, nei suburbi, negli anfratti metropolitani, coi punk spillettati, per confezionare gelatine esplosive in barattoli di colla di pesce; in cui le tonache dei preti si confondono ai veli neri, ai burqa, ai jilbab; in cui le teste rasate brillano al sole con quelle degli Hare Krishina; in cui corridori e maratoneti da giardinetto si fanno staffette notturne, mentre tatuati rapper in tuta decifrano messaggi criptati; immagino un romanzo di neo resistenza di uomini e no, in una Milano di moda e design quasi liberata, dove tutto ciò che è pura forma, apparenza, proiezione di sé definisce le cose del mondo, le storie, la società.


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