In quelle bianche sale milanesi di inaugurazioni e vernissage d'arte e mondanità -le pareti alte, con le travi in legno dissepolte da recenti restauri, i quadri adombrati da faretti mal allestiti, i flyer con grafica disco o, in alternativa, minamal bourgeois- la società meneghina, i visitatori delle diciannove, i professionisti del concettuale, i precari della cultura, i critici e i rappresentanti delle decadenti istituzioni son simili tra loro, nel segno del visual e del painting, del drawing e del print, per un sol fatto: hanno infilato tra i denti un filetto bianco di prosciuttesco grasso offerto alla buvette.
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