lunedì 1 ottobre 2012

Sentire, ascoltare /58

Pare, in qualche modo, la conquista del west. 

Poco fa, ad un incrocio, nell'ora in cui le strade sono ingorghi, ho sorpreso un uomo: sporco, con sandali Birkenstock e occhi neri neri, latore di un'eleganza esotica, da deserto afghano, elemosinava. 
Volto scuro, dita appena accennate oltre l'ampia manica di un consunto cappotto cammello, l'ho sorpreso pigiare il bottone del semaforo per la chiamata pedonale. 

Gli autisti, come cristiani all'edicola di una piccola via crucis, costretti al rosso del segnale di circolazione stradale, azionavano la folle per un'offerta in moneta: finestrino per finestrino, il questuante esigeva l'obolo per astuzia e sofferenza dimostrate. 

Simile alla conquista del west, ho pensato che l'incrocio frequentato da quell'uomo mediorientale, nel centro di una turba urbana, rappresentasse per lui, miseramente, il pezzo di terra ottenuto dall'americano in esplorazione: le strade come i fiumi, le auto come le miniere, il semaforo come il vessillo della vittoria.

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