lunedì 11 giugno 2012

Sentire, ascoltare /43

Tre cartoni di vino rosso e non più di cinque latte di birra al giorno. Poche sigarette, una fotografia e un mazzo di carte. 
Il sole dei morenti non tramonta all'orizzonte di Milano; pulsa fioco nel fondo di un trolley o nella tasca di un piumino sgualcito, si impiglia alla barba arruffata di un volto sporco, tra le ciglia di uno sguardo perso. 

Parole confuse, preghiere, ricordi, amore. 
Lei ha continuato a vivere, ha trovato un altro uomo. Forse è già madre. Ride, piange, gioca, pensa all'estate. Lui l'ha vista camminare spedita, una volta, in stazione Garibaldi. Aveva un tailleur grigio e la coda di cavallo. 
Voleva fermarla e abbracciarla. Non ne ha avuto il coraggio ed è rimasto in terra, sul rivestimento di gomma del pavimento della metropolitana. 

Sono passati più di due anni da quando Nico ha abbandonato tutto. Ora ha due amici: Maria e Pelé. Passano le giornate in via Farini, nell'Open Shop al civico quarantadue. Giocano a carte, in piedi, a un tavolino di quella specie di bar, pieno di distributori e macchinette. A vivere una specie di vita. 




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