domenica 1 aprile 2012

Sentire, ascoltare /33

È una questione di immagine, di sorrisi a trentadue denti, di mascelle e gengive. La parola, o piuttosto le interpretazioni che da essa scaturiscono, ha un aspetto visivo, carnale, proprio della masticazione. La dentatura, lo smalto, le gengive, la lingua, le labbra e la parola. 

In Giù la testa la borghesia trita e sbrana il conflitto sociale, mastica parole e fagioli, sbocconcella sentenze e ciliege. Non c'è scarto tra immagine e concetto. Il discorso pubblico ha cucito addosso un vestito appropriato, sincero, eloquente, che esprime sensibilità e status

Non è più così. Il dibattito, le idee, il senso delle cose sono filtrati dalla bacchetta magica di photoshop, se così vogliamo chiamarla. 


Sala di un salotto bene di Milano. Un ragazzo in camicia, con le Clarks ai piedi, e un altro con girocollo e jeans. 

“Sono stufo di precariato, di incertezza. Perché nessuno lotta come avveniva alcuni decenni fa?” 
“I telegiornali e la stampa dicono che un italiano su tre è a rischio povertà e che un giovane su tre non trova lavoro”. 
“Li vedi in giro tu i poveri?” 
“Francamente non così tanti come dicono”. 
“E i giovani senza lavoro?” 
“Non saprei dire”. 
“Non te ne accorgi, non sembrano precari, sai perché?” 
“Perché?” 
“Perché hanno dietro le famiglie che possono ancora permettersi di mantenerli”. 
“Sì, i giornali dicono anche questo”. 
“Sai, in realtà, perché non te ne accorgi?” 
“No”. 
“Perché hanno tutti i denti. Lascia stare i giovani, pensa ai quarantenni. Non sono pochi quelli che per farsi fare un ponte o farsi ricostruire un dente devono chiedere a un genitore”. 
“...” 
“Se non ci fossero le famiglie vedresti in giro un sacco di gente senza denti, questa è l'immagine della povertà, solo così te ne accorgeresti”. 
“...” 
“Sei mai andato dal dentista?”. 
“Sì”. 
“Hai pagato tu?” 
“No, i miei”. 
“Avresti i denti oggi?” 
“Qualcuno no”. 
“E cosa faresti?” 
“Li vorrei ma non avrei i soldi per farmeli fare”. 
“E allora?” 
“Mi vergognerei”. 
“Già, ti vergogneresti ma poi te ne faresti una ragione perché vedresti tanti altri giovani senza denti”. 
“E allora?”
“E allora vi fareste una ragione collettiva, è tutt'altra cosa”. 
“Ma non possiamo farcela comunque? Siamo consapevoli che non potremmo averli senza un aiuto”. 
“No, così è più difficile, non c'è coerenza tra fatti e parole, non c'è coscienza”. 
“C'ha fregato l'immagine”. 
“La falsa immagine”.

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